Ma chi era Alicia, perchè era collegata a quel padre sospeso in uno stato di non vita in una stanza anonima di un ospedale, perchè tra tanti desaparecidos lei era importante, la scomparsa del fratello aveva qualcosa a che vedere con quella di Alicia, anni prima?
Il protagonista si trova di fronte all'evidenza brutale e sottile che non potrà conoscere realmente il padre, e quindi non potrà capire sè stesso e il suo senso nel mondo, se non vincerà la sua amnesia e non indagherà nel passato, suo, della sua famiglia e di Alicia Burdisso.
La soluzione della sua indagine sarà ciò che chiunque si potrebbe aspettare se solo ci pensasse, ma riflettere sul passato, su quel certo passato, è un atto che fa tremare i polsi, perchè il passato, per definizione, non esiste ma, pur non esistendo, proietta la sua ombra sul presente e con l'ombra pone le basi per dare un senso al presente. Qual'è quel senso, per il protagonista, e dunque qual'è la sooluzione della sua indagine?
Nel quantità spropositata di romanzi argentini sul periodo della dittatura, il romanzo di Pron è una lama elegante che affonda nei recessi meno evidenti dell'abisso di dolore che quegli anni hanno provocato, nei rapporti famigliari di chi è sopravissuto, nella proiezione del senso ostinato di sconfitta che una generazione trasmette, suo malgrado, a quella dei figli, nel senso di spaesata inutilità di quei figli che si ritrovano annegare in un mare di silenzi, di accenni involontari, di indizi disseminati più o meno volontariamente perchè qualcuno un giorno li individui, e li metta insieme, e infine ne racconti la storia.
Un romanzo lento, scritto con la perizia di un anatomista nel descrivere sentimenti che non possono essere esplicitati, che racconta le conseguenze del male e come queste conseguenze si propagano come onde di generazione in generazione, mutando forme ed intensità ma rimanendo sempre uguali a sè stesse nella domanda di fondo. Un romanzo, quello di Pron, che senza voler essere consolatorio, è a sua volta una risposta, seppur imperfetta e dolorosa, a quella domanda che il romanzo stesso pone, instaurando un gioco di specchi e di dolori che in essi si riflettono che si comprende appieno solo alla fine. Certi mali, e con essi certe sconfitte, acquistano un senso solo se qualcuno trova la forza, la pazienza ed il coraggio di narrarli. Chi assolverà questo compito dolente, non si salverà, nè cambiera la propria vita e tantomeno il corso della storia: ma darà un senso ad Alicia, e a Chacho, a chi è morto e a chi è rimasto vivo senza più nemmeno la forza di raccontare.
Patricio Pron ha conseguito un dottorato in filologia romanza all'università di Gottingen e attualmente vive a Madrid, dove lavora come traduttore e critico letterario. E' autore di racconti (Hombres infames; El vuelo magnifico de la noche; El mundo sin las personas que lo afean y lo arruinan; Trayendolo todo de regreso a casa e La vida interior de las plantas de interior) e romanzi (Formas de morir; Nadadores muertos; Una puta mierda; El comienzo de la primavera e appunto il libro qui recensito: El espiritu de mis padres sigue subiendo en la lluvia) che hanno ricevuto numerosi premi.
Un interessante articolo su Pron lo trovate qui, dal blog delle edizioni Sur.
Il blog di Patricio Pron lo trovate qui (blog sul quale abbiamo l'onore di essere ospitati con un link nella sezione resena , vale a dire recensioni, esattamente qui: un grazie di cuore all'autore, Patricio Pron)
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