"E di colpo percepisce in quella dichiarazione una minaccia. Qualcosa che si avvicina dalla parte del mare. Qualcosa che avanza trascinato dalle nubi scure che attraversano invisibili la baia di Acapulco."
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)

mercoledì 12 agosto 2020

Il rapporto di Brodeck (1: L'altro / 2: L'indicibile), di Manu Larcenet, trad. di Francesca Scala, Coconino Press

E' un'opera sulla memoria, sul suo potere distruttivo? Si. E' un'opera sulla colpa, sulla colpa collettiva e su quella individuale? Anche. E' un'opera sulla guerra, sul suo potenziale distruttivo e disumanizzante? Assolutamente si. Come sempre quando si parla di Larcenet, il tema non è mai uno solo ed è così ben amalgamato agli altri da renderlo inisolabile, perchè Larcenet ha quel dono che era di Shakespeare: raccontare una storia parlando di tutto. In ogni storia c'è un universo di significati, di registri, di stili, di richiami, ogni storia è un universo completo in ogni suo aspetto. Quindi: è una storia d'amore, è la storia di un delitto, un  romanzo psicologico, un romanzo diaristico (diaristico su più piani), una storia di vendetta, di colpa, di silenzi, di montagna, di comunità isolate chiuse a pugno di fronte alla pazzia del mondo, è la storia di un omicidio, è un manuale su come dimenticare le proprie colpe, è un libro (in realtà due ma comunque è come se fosse uno e, credo, presto lo sarà), sul razzismo, sulla paura che lo sottende, sull'inumano che è alla base dell'umanità, sulle dinamiche bestiali che reggono ogni società, è una storia sul valore antropologico del capro espiatorio, è un libro che racchiude un mondo, o più mondi, tutti quanti, o quasi, disastrosi, disastrati, pericolosi, oscuri, selvatici e impietosi verso l'idea stessa di essere umano. L'opera di Larcenet è tratta dal libro di Philippe Claudel, Il rapporto (Ponte alle grazie, 2008). E' la storia di come un piccolo paese di montagna, nel post guerra, accolga uno straniero e di come questo "Anderer" (straniero appunto, così lo chiameranno sempre tutti gli abitanti) sconvolga suo malgrado gl'incerti equilibri degli abitanti e risvegli in loro le paure più irrazionali. L'intreccio è semplice: gli abitanti, macchiatisi del delitto, chiederanno a Brodeck, uno dei pochi ad avere la mani pulite rispetto all'assassinio dell'Anderer, uno dei pochi a saper scrivere (compila per mestiere rapporti periodici su flora e fauna locale), di redigere un rapporto che li assolva. La richiesta è esplicita e dà per scontato che lo stesso Brodeck, pur non essendo stato presente al delitto, ne condivida le radici e la messa in atto. Da subito, quindi, stendere il rapporto per Brodeck diventa una sorta di esame, una prova per dimostrare di essere realmente parte della comunità (lui che venne accolto anni prima, ma mai del tutto accettato). Da subito si sente osservato, seguito, controllato: la paura degli abitanti è che Brodeck non compia correttamente il suo lavoro, perchè in fondo dubitano di lui in quanto, appunto, mai accettato fino in fondo come facente parte del villaggio. E Brodeck infatti li tradisce: scrive sì, un rapporto assolutorio, ma al contempo, di nascosto, scrive la sua versione dell'arrivo e della permanenza dell'Anderer nel paese (quella che noi leggiamo). 

Con un abile uso di flash back la storia dell'Anderer esonda fino a diventare la storia di Brodeck e, soprattutto, dell'intero paese e dei suoi abitanti, la storia della guerra e della sua brutale follia. Di fronte a questo, all'insensata follia degli esseri umani in armi, l'unica risposta è quella della moglie vittimizzata di Brodeck, che perde l'uso della parola e si isola da tutto e da tutti, limtandosi a cantare ossessivamente la canzone con la quale si era conosciuta con Brodeck. Al di fuori del silenzio e dell'isolamento, il mondo è un grumo di dolore che gli animali, il bosco e la natura selvaggia, si limitano ad osservare da lontano, apparentemente incapaci di comprenderne le logiche. L'Anderer quindi, con la sua sola presenza, scoperchia un passato prossimo fatto di colpa, di vergogna e di paura che gli abitanti hanno il bisogno (prima di tutto inconscio) di dimenticare il più presto possibile. Invece, la sua presenza sortisce l'effetto opposto: tutti ricordano, tutti vedono le loro colpe e loro debolezze specchiarsi nello straniero e nel suo (apparente) mistero. Sono tensioni che non sono tollerabili, la psiche collettiva del paese va in tilt, i singoli non contano più, gli abitanti diventano un solo organismo psicotico e come tale reagiscono ad una guerra dall'Anderer mai dichiarata. L'unica possibilità è macchiarsi di una nuova colpa pur di dimenticare quelle precedenti. A questo serve il rapporto di Brodeck, a dimenticare. Se però Brodeck non dovesse sottomettersi al volere degli abitanti e decidesse di perseguire la verità, la soluzione certa sarebbe un altro delitto, altra colpa da aggiungere alla colpa, qualsiasi cosa pur di cancellare la memoria, personale e collettiva. Pur avendo detto molto, non ho svelato nulla, perchè la profondità di quest'opera è tale che comunque una parte importante rimane comunque fuori da qualsiasi riduzione se ne voglia fare.

 

L'Anderer dipinge (da notare come la sua figura sia simile a quella che sarà poi quella di Polza Mancini in Blast, con quel pizzo che anche in altri fumetti pare essere un segno di riconoscimento biografico dell'autore), la sua pittura scatenerà la follia omicida degli abitanti, Brodeck scrive, e anch'egli rischia sulla propria pelle gli sfoghi dell'intolleranza del paese: il mondo è un coacervo di pulsioni primarie, violente, animalesche, selvatiche, e chiunque ne sia fuori, almeno in parte, viene visto come un pericolo: il diverso è il pericolo. Saper scrivere, saper dipingere, saper parlare correttamente, arrivare da fuori, fermarsi in paese, qualsiasi elemento di discrepanza dai canoni sclerotizzati del paese e dei suoi abitanti è sintomo di pericolo: innanzitutto di un pericolo psicologico (perchè l'Anderer non può certo rappresentare un pericolo sul piano fisico), una variabile che può o non può turbare equilibri sottili ed incerti. Il branco si riunisce e fa della propria paura l'arma per annullare qualsiasi pulsione al cambiamento, vera o presunta che fosse. Quando la primitiva mente dei singoli si agglomera in un'unica entità collettiva, la follia diviene la regola, è la comunità che risponde ad un pericolo invisibile ma, al contrario degli animali, la psicologia umana pone un secondo livello di incertezza: vale a dire che non può accettare la propria colpa (perchè, diversamente dall'animale, percepisce il proprio comportamento come sbagliato) e pertanto nasce il bisogno disperato dell'oblio. Ma si tratta di un bisogno a tal punto assoluto che, per assurdo, per cancellare la vergogna di una colpa è disposto a commetterne una nuova.

Chiodo scaccia chiodo, e in questo vortice di umano (per come ci ostiniamo a considerare l'umanità) non rimane più nulla. Lo sguardo degli animali, lo si può intendere in questo senso come perplesso: non perchè condannino la violenza, che è parte del loro stesso mondo, ma perchè non capiscono il senso di colpa successivo e lo scatenarsi di nuova violenza che, a quel punto, diviene immotivata, sganciata da qualsiasi causa sul piano reale. La tragedia dell'essere umano è tutta psicologica, ed è permeata di paura, la paura di essere qualcosa di diverso dall'animale che si desidera continuare ad essere.  

 

 

Manu Larcenet è nato nel 1969. Ha studiato grafica al Sèvres Lycée e ha iniziato a pubblicare alla fine del

199

4, nello stesso periodo in cui cantava in un gruppo punk rock. La sua attività spazia dal fumetto all’illustrazione all’ideazione di giochi. Ha legato il suo nome soprattutto alla collana “Poisson Pilote” di Darga

ud, ma ha lavorato con tutti i maggiori editori francesi.

Larcenet ha collaborato con vari sceneggiatori, ma sono le storie più personali il suo punto di forza, come il graphic novel “Lo scontro quotidiano”, che ha vinto il premio come “Miglior libro” al Festival di fumetti di Angoulême e il premio come “Miglior libro straniero” al Comicon di Napoli.

Con Jean-Yves Ferri, l’attuale sceneggiatore di Asterix, ha realizzato i volumi della serie umoristica “Ritorno alla terra” e da solo la saga “Blast”, anche questa in corso di pubblicazione in Italia da Coconino Press.