"E di colpo percepisce in quella dichiarazione una minaccia. Qualcosa che si avvicina dalla parte del mare. Qualcosa che avanza trascinato dalle nubi scure che attraversano invisibili la baia di Acapulco."
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)

giovedì 5 aprile 2018

I soldi di Dio, di Andreu Martìn, e/o edizioni, trad. di Maria Nicola


  Il pavido Ramirez "Sibuana" e il suo sottoposto Lallana, investigatori presso la squadra omicidi di Barcellona, vengono inviati ad indagare su un suicidio avvenuto nella notte. Il suicida è un dirigente della banca Marquès, ma non si è suicidato, o forse si. Nel caso comunque in modo strano, dopo aver ricevuto una telefonata nel bel mezzo della notte ed aver incontrato qualcuno in casa sua pochi minuti dopo. E poi non è il solo, altri dipendenti della banca si sono suicidati quella stessa notte, e altri sono fuggiti all'estero. La casa del direttore Delavall è stata data alle fiamme.
E' la notte in cui gli dei impazziscono.
  Le alte sfere vogliono il massimo riserbo sulle indagini, la faccenda, come si dice in gergo, scotta e Ramirez Sibuana non vede l'ora di liberarsene. Lallana, al contrario, vuole capire qualcosa di più prima di passare il caso ai Mossos: il centro del tutto, chiaramente è la banca. E la banca Marquès, viene a scoprire, ha un problema: è stata scalata dal suo interno da una setta religiosa di pazzi squinternati, la Comunità degli scopritori di Dio in sé o Setta Ego. Questo noir del barcellonese Andreu Martin è innanzitutto un'indagine sulla follia umana, su una parte specifica di quell'immensità che è la follia umana, su quella zona oscura che porta l'essere umano a cedere la propria razionalità (oltrechè la propria libertà, la propria esistenza in toto ed anche i propri beni) ad un singolo individuo esaltato ricevendone in cambio soprusi, umiliazioni, regole militari e verità assolute ed assurde (e in quanto verità comunque indimostrabili). E' la folla il centro dell'attenzione di Andreu, quell'insieme di anime che si amalgama in un'unica entità cieca ed idiota, capace all'improvviso di qualsiasi violenza e perversione.

 ... e si convinse che, in quel momento e in quel luogo, tutto era possibile. Un'aggressione di massa, un'esplosione, un portento.

C'è la lotta di un uomo contro tutti all'interno della banca, Delavall, di un uomo contro la setta di pazzi, Briz (il braccio armato di Delavall), e di un uomo contro la follia che pervade ogni aderente alla setta, ma che infetta anche Delavall e Briz, e ogni altro personaggio del libro, Lallana.
  Lallana è l'anima razionale del romanzo, dubbiosa, quasi disillusa se non proprio cinica, che decide di infilarsi nell'abisso di follia allo stato puro che è l'indagine sulla banca Marquès e sulla setta Ego, e sarà l'unico a non svilire sè stesso nella spirale di violenza che possiede tutti i protagonisti, anche quelli che, a rigor di logica, dovrebbero essere dalla parte giusta della barricata (ma sarà presto chiaro che i confini tra bene e male, come in ogni noir che si rispetti, sono estremamente labili, e nessuno può dirsi innocente). L'amibizione professionale di Delavall, l'ambizione folle del guru Otto Moller, la perdizione nella quale si inabissa Mata, la violenza che trova un sua guerra santa e la sua autogiustificazione di Briz, e la cecità idiota della moltitudine di fedeli, i ricatti incrociati, e la violenza che pervade ogni aspetto dell'indagine, ma anche della setta e infine della banca. L'autore intesse un noir sincopato, che non concede nulla allo stile della scrittura, scorrevole e piegata in tutto e per tutto alle logiche della trama, e racconta una storia dove al di sopra di tutto si eleva la folla, che vediamo soltanto nell'ultima scena, un'entità magmatica che non pensa, non ha morale, che vive di slogan e di istinti, che uccide, o delega altri ad uccidere ed a violentare e truffare, in cambio di una verità tanto assurda da risultare demenziale, e quindi, come tale, credibile.

  Quasi tutti i presenti erano giovani, molto giovani, ragazzi perduti nel mondo della droga e salvati per maggior gloria di un dio folle, povera gente bisognosa di direttive, di ordini, di disciplina, per dare un senso alla propria vita...

Chi comanda quella folla senza volto ha il potere, perchè il potere è la folla stessa, che cede sè stessa a chi sa blandirla con le promesse giuste. La lotta, quindi, non è in questo caso tanto tra bene e male, quanto tra ragione e follia. Il libro incatena il lettore in maniera esemplare, fiondandolo nel mezzo della storia nello spazio di poche righe e obbligandolo ad assitere ad un olocausto di follia. La banca quale veicolo ideale utilizzato dal virus-setta Ego per infettare la società è l'idea cardine della trama, ed è geniale: la banca necessità di corsi motivazionali per il personale, la banca ha soldi in abbondanza, agganci con l'economia e con la società reali, ha interconnessioni internazionali, la banca è composta di individui che, come tali, sono soggetti a venir infettati da virus. E Otto Moller, il guru della setta, è il virus perfetto. Dio esiste, e ogni uomo è Dio, e Otto Moller è il Dio degli dei.
  Un viaggio adrenalinico nel lato oscuro della società e della mente umana perfettamente narrato da un noirista di saldo mestiere quale è Andreu Martin.


Andreu Martìn è nato a Barcellona nel 1949. Laureato in psicologia, sceneggiatore di fumetti in gioventù, scrive romanzi polizieschi dal 1979. Con la sua estesa opera di narratore ha contribuito a creare il genere del poliziesco alla spagnola. Diversi sui romanzi sono stati adattati per il cinema e tradotti in molte lingue. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio internazionale iberoamericano Dashiell Hammett e il Deutche Krimi Preis.