"E di colpo percepisce in quella dichiarazione una minaccia. Qualcosa che si avvicina dalla parte del mare. Qualcosa che avanza trascinato dalle nubi scure che attraversano invisibili la baia di Acapulco."
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)

domenica 27 maggio 2012

Missing, di Alberto Fuguet, La Nuova Frontiera edizioni

La prima volta che ho avuto tra le mani questo libro mi trovavo ad Arequipa, Perù, in una piccola ed elegante libreria del centro storico, in cui il proprietario, un distinto signore di mezz'età, faceva quello che ci si aspetta da qualsiasi proprietario di libreria, vale a dire che se ne stava seduto a leggere. Non conoscevo l'autore e non avevo mai sentito parlare di questo suo libro in particolare, Missing (trad. Chiara Muzzi). Aveva richiamato la mia attenzione un richiamo a Bolano. Si trattava di un stralcio di Fogwill che sosteneva di intravedere nel libro qualcosa del miglior Bolano. Poi, la trama. Una scomparsa, qualcuno che si era perduto. E poi ancora il fatto che si trattasse di non fiction novel, vale a dire una storia vera. Però non lo comprai. Non so esattamente perchè. Uno dei motivi era che dovevamo proseguire il viaggio (Canon del Colca, Puno, Cusco, Macchu Picchu) e non volevo occupare posto nei bagagli che preferivo riservare a souvenir ed ammenicoli vari. Ma immagino che non si sia trattato solo di quello, però mi segnai il titolo e l'autore. Poi, ovviamente, li persi: titolo, autore e casa editrice. Tornato in Italia mi sono messo alla ricerca su internet. Poi, Venerdì, mi è caduto l'occhio in libreria, e tra la sera stessa e la giornata di Sabato, l'ho letto tutto. E' uno di quei libri, non molti per la verità, che non andrebbe nè spiegato, nè sviscerato, ma semplicemente consigliato. Consigliato spassionatamente. Alberto Fuguet è uno scrittore e regista cileno, curatore della raccolta McOndo, con la quale ha rotto coi canoni del tradizionale realismo-magico sud americano, e il libro parla di lui. E' lui che ci parla ed è lui che, parlando di suo zio Carlos, parla di sè stesso, della sua vita sospesa tra Cile e Stati Uniti, e della sua famiglia in bilico non solo tra questi due paesi, ma tra una fitta ragnatela di incomprensioni, rancori, slanci più o meno folli, fallimenti e successi. L'impianto dovrebbe essere quello di una detection. Alberto decide di mettersi in cerca di suo zio, scomparso da diversi anni senza lasciar traccia di sè. All'interno della famiglia, Carlos, col tempo, è diventato un argomento non proprio taciuto ma comunque solo bisbigliato, e ovviamente ha creato una serie di leggende velate da un alone di mistero e di maledettismo. Per Alberto, quasi a sua insaputa, è diventato un'ossessione che si riverbera sulla sua opera, a volte in modo piuttosto esplicito, altre in forma più nascosta. Così comincia la storia. Ma Missing è un'opera di notevole valore e dunque non si limita a darci quello che ci aspettiamo. Come ogni grande libro ci trascina poco alla volta in territori che non avevamo preventivato, senza per questo tradire le attese. Ogni libro è un viaggio. Ogni grande libro è un viaggio che ad un certo punto modifica il suo percorso, senza chiedere permesso, prende strade inaspettate, ci mostra scorci sconosciuti, si espande e contrae a suo piacimento e, quando infine giungiamo a destinazione, ci rendiamo conto che la parte più bella, indimenticabile, sono state proprio le deviazioni. E ogni grande libro poi è un viaggio che parla di noi. Di una parte di noi, o di più parti di noi. Ho amato questo libro e non vedo l'ora di dimenticarlo per poterlo leggere da capo. Parla della violenza sottesa nelle famiglie, del ricatto dell'amore, di qualsiasi amore, del bisogno di perdersi per poi magari ritrovarsi ma anche no, anche solo della necessità salvifica di tagliare i ponti per poter rendersi liberi e raminghi, per non morire. Non prima del tempo. Parla di quella parte oscura e dolente che è in ognuno di noi. E' una sorta di cavalcata selvaggia nel cuore oscuro del sogno americano, anche se non è una cavalcata nè tantomeno selvaggia, quantomeno non nel ritmo. Si tratta più di un blues. Ognuno troverà qualche pezzo di sè. Ogni lettore verrà messo faccia a faccia con qualcuna delle sue paure più radicate. Perchè si è perso Carlos? Era vivo o morto? Girava per gli Stati Uniti ammazzando bambini? Perchè la sua famiglia non lo ha più cercato? E perchè quando l'autore ha deciso di mettersi sulle sue tracce l'ha trovato subito, quasi senza sforzo?
  Un libro magnifico scritto da un autore di talento fuori dalla media cui, spero vivamente, venga tradotta al più presto in Italia il resto della sua opera. Un merito ulteriore della casa editrice La Nuova Frontiera che continua a portare in Italia autori latini estremamente interessanti e che, a volte, incappa in opere magnifiche come questa.

Alberto Fuguet è nato nel 1964 in Cile, è cresciuto in California, e ora vive e lavora a Santiago del Cile. Romanziere, regista e sceneggiatore è salito alla ribalta nel 1996 con l'antologia McOndo che, oltre a selezionare le nuove voci della letteratura latinoamericana, ha dato il via all'omonimo movimento letterario che ha rotto con la lunga stagione del realismo magico, proponendo un'apertura ai nuovi linguaggi dei mass media e alla modernità urbana delle megalopoli sudamericane.Il Time e la CNN lo hanno collocato tra le 50 personalità più influenti del Sud America e la rivista Newsweek, nel 2002, gli ha dedicato la copertina come icona della nuova letteratura latinoamericana.