"E di colpo percepisce in quella dichiarazione una minaccia. Qualcosa che si avvicina dalla parte del mare. Qualcosa che avanza trascinato dalle nubi scure che attraversano invisibili la baia di Acapulco."
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)

lunedì 28 febbraio 2011

Muro nordest (estratto), di Cesar Vallejo

La justicia! Vuelve esta idea a mi mente.

Yo sé que este hombre acaba de victimar a un ser anònimo, pero existente, real. Es el caso del otro, que, sin darse cuenta, puso al inocente camarada del preso de filo homicida. No merecen, pues, ambos ser juzgados por estos echos? O no es del humano espìritu semejante resorte de justicia? Cuando es entonces el hombre juez del hombre?

  El hombre que ignora a qué temperatura, con qué suficiencia acaba un algo y empieza otro algo; que ignora desde qué matiz el blanco ya es blanco y hasta dònde; que no sabe ni sabrà jamàs qué hora empezamos a vivir, qué hora empezamos a morir, cuàndo lloramos, cuàndo reìmos, dònde el sonido limita con la forma en los labios que dicen: yo... no alcanzarà, no puede alcanzar a saber hasta qué grado de verdad un hecho calificado de criminal ES criminal. El hombre que ignora a qué hora el 1 acaba de ser 1 y empieza a ser 2, que hasta dentro de la exactitud matemàtica carece de la inconquistable plenitud de la sabidurìa como podrà nunca alcanzar a fijar el sustantivo momento delincuente de un hecho, a travès de una urdimbre de motivos de destino, dentro del gran engranaje de fuerzas que mueven a seres y cosas enfrente de cosas y seres?

La jusiticia no es funciòn humana. No puede serlo. La justicia opera tàcitamente, màs adentro de todos los adentros, de los tribunales y de las prisiones. La justicia, oìdlo bien, hombres de todas las latìtudes! se ejerce en subterrànea armonìa, al otro lado de los sentidos, de los columpios cerebrales y de los mercados. Aguzad mejor el corazòn! La justicia pasa por debajo de toda superficie y detràs de todas las espaldas. Prestad màs sutiles oìdos a su fatal redoble, y percibiréis un platillo vigoroso y ùnico que, a poderìo de amor, se plasma en dos; su platillo vago e incierto, como es incierto y vago el paso del delito mismo de lo que se llama delito por los hombres.

   La justicia sòlo asì es infalible: cuando no ve a través de los tintòreos espejulos del jueces; cuando no està escrita en los còdigos; cuando no ha menester de càrceles ni guardias.

  La justicia, pues, no se ejerce, no puede ejercerse por los hombres, ni a los ojos de los hombres.

  Nadie es delincuente nunca. O todos somos delincuentes siempre.

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La giustizia! Mi torna questa idea in mente.

- Io so che quest'uomo ha appena reso vittima un essere anonimo, ma esistente, reale. E' il caso di quell'altro tale che, senza rendersene conto, fece passare per omicida il compagno innocente. Non meritano allora entrambi di venir giudicati per questi fatti? O non fa parte dello spirito umano un tale espediente di giustizia? Quando è allora l'uomo giudice dell'uomo?

  L'uomo che ignora a che temperatura, con quale capacità finisce qualcosa e comincia qualcos'altro; che ignora da quale sfumatura in poi il bianco è bianco e fino a dove; che non sa, nè saprà mai in che ora cominciamo a vivere, in che ora cominciamo a morire, quando piangiamo, quando ridiamo, dove il suono confina col disegno delle labbra che dicono: io... non basterà, non può giungere a sapere fino a che grado di verità un fatto qualificato come criminale E' criminale. L'uomo che ignora in che momento l'1 smette di essere 1 e comincia a essere 2, che addirittura all'interno della precisione matematica difetta della pienezza della conoscenza? Come potrà mai arrivare a fissare il preciso momento delincuenziale di un fatto, attraverso una trama di cause del destino, all'interno di un gran ingranaggio di forze che muovono esseri e cose di fronte a cose ed esseri?

  La giustizia non è funzione umana. Non può esserlo. La giustizia opera silenziosamente, più a fondo di tutte le coscienze, dei tribunali e delle prigioni. La giustizia, ascoltatelo bene, uomini di tutte le latitudini! si esercita in sotterranea armonia, in senso opposto ai sensi, alle altalene cerebrali e ai mercati. Aguzzate meglio il cuore! La giustizia scorre sotto ogni supericie e dietro ogni schiena. Prestate l'udito più fine al suo fatale rullìo, e sentirete un piatto vigoroso e unico che, sotto il dominio dell'amore, prende una doppia forma; il suo piatto vago e incerto, come è incerto e vago il passo dello stesso delitto o di ciò che è chiamato delitto dagli uomini.

  La giustizia solo così è infallibile: quando non vede attraverso gli specchi colorati dei giudici; quando non si trova scritta nei codici; quando non ha bisogno di carceri nè guardie.

  La giustizia, insomma, non si esercita, non può essere esercitata dagli uomini, nè agli occhi degli uomini.

  Nessuno è mai delinquente. O tutti siamo delinquenti sempre.


  traduzione dvd illevir

domenica 27 febbraio 2011

El secreto del mal, Los sinsabores del verdadero policia, La universidad desconoscida; di Roberto Bolano

   Dell'opera di Roberto Bolano, come risaputo, ancora non ci è giunto tutto quanto disponibile in lingua originale. Dell'opera di traduzione e edizione si sono prese carico le Edizioni Adelphi qui in Italia che, speriamo al più presto, colmi le attuali mancanze. Tre titoli sono attualmente editi in spagnolo da Anagrama che ancora non sono stati tradotti in italiano: Il segreto del male, I dispiaceri del vero poliziotto, L'università sconosciuta
Qui di seguito ho riportato, tradotte, le presentazioni di queste opere presenti sul sito delle stesse edizioni Angrama.
  I titoli (quasi tutti, più un libro intervista: "Roberto Bolano, l'ultima intervista") sono anche reperibili su amazon, presso le edizioni Random House Espanol. Bolano su Amazon

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                                      El secreto del mal / Il segreto del male
 

Questo volume rappresenta l'armatura inevitabilmente incompleta di quello che sarebbe stato il quarto libro di racconti di Roberto Bolano. I testi e gli abbozzi narrativi qui riuniti hanno come punto di partenza un archivio di testi piuttosto vecchi, sui quali Bolano lavorò fino a poco prima della sua morte. Il titolo che riunisce la raccolta è lo stesso di un racconto che comincia così: << Questo racconto e molto semplice anche se avrebbe potuto essere molto complicato. Inoltre: é un racconto inconcluso, perchè questo tipo di storie non hanno un finale.>>. Parole che illustrano il carattere che condividono tutti questi testi, riguardo ai quali scrive Ignacio Echevarria, responsabile dell'edizione, << E' tutta la sua narrativa, e non solo Il segreto del Male, che pare redatta secondo una poetica del non concluso. >>. Come già in Puttane assassine e ne Il gaucho insostenibile, di nuovo si mescolano qui, assieme a racconti propriamente detti, testi di natura non narrativa, conformi alla sempre più pronunciata tendenza di Bolano a confondere le frontiere di genere col proposito di fecondarle.

ISBN 978-84-339-7143-2
PVP sin IVA 15.38 €
PVP con IVA 16 €
Nº de páginas 
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Los sinsabores del verdadero policia / I dispiaceri del vero poliziotto
L'autore cominciò a scrivere questo romanzo negli anni ottanta e continuò a lavorarci fino alla sua morte. Le sue storie e i suoi personaggi transitano attraverso Stella distante, Chiamate telefoniche e 2666. Amalfitano, esiliato cileno, professore universitario, vedovo con una figlia adolescente, ci svela attraverso la narrazione il disincanto politico, il suo amore per la poesia, che lo obbliga ad abbandonare Barcellona in seguito ad uno scandalo. Otterrà di essere accolto nuovamente in università, però questa volta nella lontana città di Santa Teresa, dove vivono oscure storie di donne assassinate o il mago Arcimboldi, che è lui stesso uno scrittore, francese, la cui opera narrativa mostra la complessità della sua oscura letteratura. Un romanzo appassionante e caleidoscopico, lirico e intenso, ma anche comico. Prologo di J.A. Masoliver Ròdenas.

 <<Il poliziotto è il lettore, che cerca invano di mettere ordine in questo romanzo indemoniato.>> ( Roberto Bolano)


<< Quasi tutti gli scrittori credono di essere, o cercano di essere, come Roberto Bolano: innovatori e audaci in esilio, seduttori nella narrazione e capaci di venir letti e riletti; in altre parole, eccezionali.>> (Scott Bryan Wilson, The Quarterly Conversation)

ISBN 978-84-339-7221-7
PVP sin IVA 18.75 €
PVP con IVA 19.50 €
Nº de páginas 328
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La universidad desconocida / L'università sconosciuta
<< Credo che nella formazione di ogni scrittore - affermò Bolano - ci sia una università sconosciuta che guida i suoi passi, la quale, evidentemente, non ha una sede fissa, è piuttosto una unersità mobile, ma comune a tutti. >>. Così progettò di riunire, fino alla metà degli anni ottanta, buona parte della poesia scritta fin dal suo arrivo in Spagna, nel 1977. Il tempo passò, il progetto andò crescendo e, nel 1993, preoccupato circa il suo stato di salute, Bolano riordinò e fissò il materiale accumulato, mettendo insieme un grosso volume scritto a macchina - materiale che si trova tutto riunito in questa edizione, con alcuni testi aggiunti - che da allora rimase in attesa di essere pubblicato. Bolano, senza dubbio, lo tenne con sè fino alla sua morte, facendovi riferimento in più di una occasione come ad una sorta di testamento letterario, autentica summa della sua poesia durante gli anni decisivi della sua formazione letteraria, cosa che senza dubbio è, per quanto nei prossimi anni potremo conoscerne altre sue parti. In questa summa si forgia la sua voce tanto di narratore come di poeta, tenendo presente che Bolano sempre pensò a sè stesso come ad un poeta, che -come è evidente in questa raccolta - passa indifferentemente dal verso alla prosa poetica, fino al poema narrativo.

ISBN 978-84-339-7144-9
PVP sin IVA 19.23 €
PVP con IVA 20 €
Nº de páginas 424


venerdì 25 febbraio 2011

Come la madonna arrivò sulla Luna, di Rolf Bauerdick, Feltrinelli

Il primo paragone che può passare per la testa è quello coi film (uno a caso) di Emir Kusturica, ma può essere un paragone che solo in parte sta in piedi. Per un motivo particolare, e per diversi altri più in generale. Quella narrata dall'autore, l'esordiente Rolf Bauerdick, non è un'epopea rom, e neppure una storia rom, o gitana o tzigana, è una storia dove agiscono anche dei rom, uno in particolare, l'indimenticabile Dimitru, un'altra quasi sopra tutti, la bella Buba, ma si tratta di una storia a tutto tondo, narrata dagli occhi dei suoi personaggi e, precisamente, dalla voce di Pavel, ormai vecchio, che si rivelerà essere stato solo uno dei protagonisti della vicenda. In effetti, pur essendo raccontata da una sola voce, ci troviamo di fronte ad un romanzo corale nel senso più pieno ed intimo del termine. Gli accadimenti vengono vissuti, visti e riletti a posteriori secondo gli occhi di chi li ha vissuti, secondo la sua cultura e secondo lo spirito del tempo in cui i fatti si sono svolti. E in effetti uno dei pregi del romanzo è che si tratta di una storia inserita magistralmente nella "Storia" che non si limita a farne da sfondo, ma che ne assurge a coprotagonista. Tutto ha inizio con la notiza che i russi hanno spedito in orbita una cagnetta, la famosa Laika, e con l'impatto che questa novità ha nel villaggio di Baja Luna, Transmontania (Romania) e sui suoi bislacchi abitanti. In particolare su due di loro, Ilja e il nero (zingaro) Dimitru. Da qui in avanti la storia si apre in due filoni, quello folle dei due amici e dei loro filosofeggiamenti sulla Luna e su Maria madre di Gesù (assunta in cielo con il suo corpo, secondo il papa), e quella dei sinistri avvenimenti che prendono a susseguirsi in paese (la scomparsa della maestra, la morte del parroco e della perpetua, e via discorrendo). Le due linee narrative riescono a rimanere - miracolosamente - saldamente intrecciate e porteranno il lettore in giro per il piccolo centro montano e poi nella città vicina (la Parigi dell'Est) dove, si scoprirà, ha radici il male, non solo quello legato alla nostra storia, ma anche a quella ben più ampia e tragica, la Storia. Il Comunismo, quello sovietico e poi quello nazionalista rumeno, e le sue follie e i suoi orrori, è compagno di viaggio in questa cavalcata che a volte è selvaggia e a volte ha il ritmo tristeggiante dei blues, e i suoi protagonisti storici, il Conducator in primis.
E' un libro divertente, abitato da personaggi assolutamente eccezionali, ognuno a suo modo pervaso da una vena di follia, ora dolce, ora mesta, ora romantica, ora spirituale, ora vitale. I suoi protagonisti non sono perfetti, sono esseri umani che si trovano disarmati (quasi) di fronte al passaggio onnipotente e mostruoso della storia, ognuno di loro ha delle colpe dentro di sè o le accumula strada facendo, si sporca vivendo e, poco alla volta, viene invischiato nella grigia rete appassita che il Regime cala su ogni aspetto della realtà, e solo a tratti riesce a riprendere possesso di sè stesso e del proprio destino e a dare qualche strattone cercando di ribaltare il senso assurdo del reale per cercare la verità. Si parla del male, in questo romanzo, che è il potere stesso e di tutto ciò che il potere usa per rinvigorire prima (sesso), e poi sopravvivere a sè stesso (ricatto). Gli stessi protagonisti negativi paiono essere vittime essi stessi del potere, come involucri vuoti abitati da qualche essere maligno, ma non per questo sono degni commiserazione. Perchè il potere forse logora chi ce l'ha, ma per averlo bisogna essere scesi prima a patti con qualcosa o con qualcuno per otterlo.
 Ci troviamo di fronte ad una sorta di Cent'anni di solitudine compresso nell'arco temporale dell'esperienza comunista in Romania, un Cent'anni di solitudine europeo che ancora non avevamo e che, ora che lo abbiamo sotto i nostri occhi, solo ora, ci accorgiamo che ci mancava che può mancare un rene, o braccio o, più in generale, un pezzo di noi stessi.
E' un romanzo magnifico.


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  Non mi risulta che il romanzo sia già stato tradotto in spangolo, spero lo sia quanto prima. Quando ne avrò notizia, lo posterò.

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copertina
Come la Madonna arrivò sulla Luna , I Narratori, € 19,00
Transmontania. 5 novembre 1957. Il mondo sta con il naso all'insù, la cagnetta Laika è il primo essere vivente a sfidare la legge di gravità e i russi celebrano la loro temporanea vittoria nella gara per la conquista dello spazio. Ma a Baia Luna, nel cuore dei Carpazi, altri inquietanti fatti accendono gli animi… Rolf Bauerdick, giornalista, esperto di cultura rom, porta il lettore in un mondo bizzarro e multietnico, fatto di zingari veggenti e zingarelle impertinenti, sassoni baldanzosi e algidi funzionari di partito, miti di paese e tragedie nazionali.

domenica 6 febbraio 2011

Il Terzo Reich, Roberto Bolano, Adelphi



 Bolano terminò questo libro nel 1989, anno in cui si svolgono gli accadimenti che vi sono narrati, e poi lo mise da parte. Anni dopo, parlando con un amico giornalista, spiegò che aveva da parte un romanzo bell'e pronto, ma che, a dirla tutta, si trattava di "una vera merda".
  Solo verso la fine della sua vita, quando già la malattia e la morte lo tallonavano a breve distanza, decise di rimetterci le mani e si accorse, evidentemente, che il suo giudizio non era corretto. Cominciò a trascriverlo al computer, forse pensando ad una eventuale pubblicazione in vita o, più probabilmente, non si convinse mai appieno della sua effettiva bontà, ma decise di porvi mano per lo stesso motivo per cui voleva mettere ordine a tutto il suo archivio di incompiuti: per garantire alla moglie ed ai figli un minimo di ossigeno in previsione della sua morte. Bolano era sicuramente già cosciente di essere divenuto, alla fiine, ciò che aveva sempre desiderato e forse mai sperato, cioè un autore di culto. Quello che sarebbe stato definito un classico. A questo momento, l'ultimo classico.
  Stiamo parlando dunque di un libro composto da un Bolano giovane, o quasi, già arrivato in pianta stabile in Spagna, e che in quei periodi si era trasferito da Barcellona a Blanes. Sappiamo che aveva cominciato a scrivere senza sapere dove sarebbe andato a parare, e che in seguito avrebbe giurato di non accingersi mai più in vita sua, per nessun motivo, ad approcciare un lavoro di scrittura con quelle premesse.
  Tornando al giudizio impietoso del suo autore, Il Terzo Reich non è "una vera merda", nella maniera più assoluta. Al contrario, per buona parte sfiora il capolavoro. Si sfilaccia un po' nell'ultima parte, che possiamo immaginare non fosse stata rielaborata (quantomeno non appieno) dall'autore.
  Udo Berger, giovane campione tedesco di WarGames, in particolare del gioco Il Terzo Reich, torna nella medesima località di mare e nello stesso albergo in cui trascorreva le vacanze da bambino con la famiglia, in Spagna, sulla costa Catalana, in un paese turistico che potrebbe tranquillamente essere Blanes. Sono lui e la sua bella fidanzata Ingeborg. Porta con sè il gioco di Guerra di cui è campione (il Terzo Reich appunto) e cerca di dividersi tra la fidanzata, la spiaggia e le discoteche, e il suo passatempo, che per lui è anche un lavoro, che lo costringe nel chiuso della stanza d'albergo. I due fanno conoscenza con un'altra coppia tedesca, Hanna e Charly. Hanna ha lasciato un figlio in Germania, Charly è fuori di testa, spesso ubriaco, obliquo, autodistruttivo. Tra le due coppie nasce una sorta di amicizia estiva che Udo più che altro subisce. Tramite Charly entrano nell'orbita delle due coppie il Lupo e l'Agnello, due tipi locali che paiono essere poco raccomandabili. Le tre coppie cominciano ad uscire insieme, la notte. Sulla spiaggia invece Udo fa conoscenza con il Bruciato, un muscoloso noleggiatore di pattìni dal passato oscuro, un ragazzo muscoloso e che porta sul viso e su parte del corpo i segni terribili di ustioni che lo sfigurano. Parla poco, rimane isolato, ma non sappiamo se dobbiamo compatirlo o temerlo. Poi, altro personaggio cardine del racconto c'è Frau Else, la proprietaria dell'hotel dove alloggia Udo, tedesca che tutti amano e di cui tutti (o quasi) s'innamorano, e di cui forse s'era invaghito anche Udo quando frequentava l'hotel da bambino, con la famiglia.
  Siamo in un cosiddetto "divertimentificio", come si usa dire ora, sotto il sole impietoso dell'estate catalana, il protagonista è un giovane di successo, con annessa fidanzata bella e dolce, c'è il mare, le discoteche, la spiaggia, il relax, eppure su tutto aleggia un'atmosfera da incubo. Le ombre che il sole estivo ritaglia finiscono con l'inghiottire ogni cosa. Qui, sta il rischio di sfiorare il capolavoro. I tempi si dilatano, le sensazioni, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, rallentano e si acuiscono, i personaggi invece di delinearsi, sfumano. Poco alla volta ci rendiamo conto che non c'è nulla di certo, ogni aspetto della vacanza, che avrebbe dovuto naturalmente rinsaldare il rapporto tra Udo e Ingeborg, emette vibrazioni maligne e dietro la patina vacanziera e godereccia si annida il dubbio. Udo si nasconde nella stanza d'hotel col suo gioco di guerra, l'unico terreno in cui si sente sicuro e imbattibile, e abbandona Ingeborg in balìa di eventi che non può capire, ma solo tentare di indovinare. Lei, da parte sua, pare abbandonarcisi con noncuranza, incapace di intuire a priori  i pericoli che sono in agguato. Quando Udo verrà fuori dalla sua tana e, razionalmente, tenterà di capire cosa stia succedendo, sarà troppo tardi, e non potrà far altro che caricarsi dei sensi di colpa di cui lo caricherà la fidanzata. Udo, è lo scrittore, colui che tiene il diario in cui sono narrati gli eventi e che è in grado di percepire cosa si nasconda dietro la patina di normalità della realtà, ma la teme e non sa come affrontarla, per questo la evita fin che gli è possibile, e quando metterà fuori la testa e cercherà con tutto sè stesso di capire, la tragedia sarà già volta al termine, la tempesta sarà già passata a far danni su altri lidi e a lui non rimarrà che guardarsi attorno e cercare di mettere insieme i pezzi abbandonati qua e là dalla furia del vento.
  Il fulcro della narrazione, almeno quello apparente, è la scomparsa in mare di Charly, fanfarone, ubriacone, forse violento, forse violentatore, che entra in mare con la sua tavola da windsurf e non fa più ritorno. Da lì in avanti Udo piomba definitivamente nel centro stesso dell'incubo di quell'estate assurda, e non se ne andrà più, nel disperato tentativo di fare chiarezza sul senso nascosto di accadimenti che lui ha potuto soltanto sfiorare. L'estate volgerà al termine, Ingeborg tornerà in Germania, Hanna tornerà in Germania, l'hotel si svuoterà e Udo rimarrà là dentro, da solo, ad incaponirsi con le sue ossessioni e, come sempre, alla fine, troverà come unico modo di decifrare la realtà, la tavola col suo gioco del Terzo Reich, il centro metafisico dove si combattono le battaglie eterne tra bene e male. Comincerà con noncuranza una partita col Bruciato, e poco alla volta quella partita diverrà il significante stesso del suo essere in Spagna, del suo tornare o non tornare in Germania e, in definitiva, del suo stare (o non stare) al mondo.
  I war games erano una grande passione di Bolano, così come la storia della seconda guerra mondiale, le biografie dei generali, la sfida di trovare il punto (o il momento) stesso dove nasce il male. Se in 2666 l'origine e il centro pulsante del male Bolano lo situa nella cittadina frontaliera di Santa Teresa (Ciudad Juarez nella realtà), qui un centro vero e proprio non esiste, o perchè è un centro metafisico, e come tale non risiede in nessun luogo, o perchè ce ne sono troppi, di centri. L'hotel, il Terzo Reich, il rapporto tra Udo e Ingeborg e poi tra Udo e Frau Else, il passato del Bruciato, la scomparsa in mare di Charly, i segreti del Lupo e dell'Agnello. E ancora, il marito di Frau Else, la costruzione notturna dei Pattìni, il mare stesso, el Rincòn de los Andaluces.
Il Terzo Reich è un oggetto che difficilmente può avere un sopra e un sotto, perchè è troppo sfaccettato, ci sono minacce che incombono e personaggi che non si capisce chi realmente siano fino in fondo, più scavi e meno trovi, più cerchi e meno sei. Carver, più Borges più Lynch.   


Il Terzo Reich: traduzione di Ilide Carmignani, Fabula, 2010, pp. 325 isbn: 9788845925542. Adelphi.

 

El Tercer Reich:  ISBN 978-84-339-7205-7, Nº de páginas 368, Anagrama.

 
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