"E di colpo percepisce in quella dichiarazione una minaccia. Qualcosa che si avvicina dalla parte del mare. Qualcosa che avanza trascinato dalle nubi scure che attraversano invisibili la baia di Acapulco."
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)

domenica 10 luglio 2016

Il demone di Angkor Vat, di John Burdett, Bollati Boringhieri editore, trad. di Carlo Prosperi

E se il centro del male presente e, soprattutto, futuro fosse quella follia della storia che è la Cambogia? Cosa può accadere se la scienza occidentale più spinta (tanto spinta da sembrare pazzia) si sposa con l'ancestrale magia khmer e la psicologia farang (occidentale)?
Burdett, ancora una volta ci porta a seguire le vicende dell'ispettore mezzo farang ed ex monaco Sonchai Jitpleecheep, ma questa volta (come già ne Il padrino di Kathmandu, quando il centro dell'azione era il Tibet), la narrazione degli eventi si sposta in un luogo lontano da Bangkok: la Cambogia: terra di demoni, uno dei luoghi nei quali la follia della storia ha scelto di manifestarsi (vedi alla voce: khmer rossi). Tutto comincia con un delitto: una ragazzina viene decapitata a mani nude, apparentemente da un essere dalla forza sovrumana. Sulla scena del delitto viene trovata una scritta che chiama in causa proprio Sonchai Jitpleecheep:

Detective Sonchai Jitpleecheep, io so chi è (macchia) padre

Poi il comandante Vikorn lo manda ad assistere (sotto l'egida della collega lesbica Krom) ad un evento tanto misterioso quanto orribile sul fiume Chao Praya. Quello che inizialmente pare non avere senso, col procedere delle indagini, viene svelato: il tentativo di vendita del primo asset. L'asset, tanto per essere chiari, è un essere TU, trans umano. Potenziato. Capace di apprendere qualsiasi cosa in tempi brevissimi. E' un essere umano a tutti gli effetti, ma migliore, più potente, più intelligente, assemblato con app di ogni tipo e con innesti infracorporei di alta tecnologia. L'asset è l'ultima evoluzione del Candidato Manciuriano (che, a dar retta a Burdett, a questo punto avrebbe dovuto chiamarsi Candidato Cambogiano), il frutto degli esperimenti della Cia denominati MKUltra. Manipolazione genetica e mentale. Durante la guerra in Vietnam sarebbe partito il progetto, poi abbandonato a causa di problemi "tecnici" (o, forse, "umani"): l'ingestibilità psicologica dei soggetti. In seguito, grazie alla collaborazione di un singolare psicologo inglese, seguendo un protocollo assolutamente top secret, il progetto sarebbe stato ripreso e portato avanti nelle foreste cambogiane e tra le rovine di Angkor Vat. Scienza, psicologia e magia. Oggi, appunto, mentre l'uomo comune ignora totalmente tale realtà, il mercato che si apre, la nuova arma militare è l'asset. Il paese che per primo riesce a mettere le mani su un esercito di super uomini, avrà il controllo del panorama geopolitico mondiale. In previsione di paesi che sempre meno saranno aperti alla democrazia e che, quindi, sempre più avranno il problema della gestione dei conflitti e delle insurrezioni interne, un esercito di superuomini diventa una dotazione essenziale per qualsiasi stato non voglia cadere nel caos e nell'anarchia. Questa, a grandi linee, la trama. Ma ovviamente c'è molto di più: Chanya, la moglie di Sonchai, le sue velleità intellettuali e la sua relazione omosessuale (vera, o solo immaginata) con la lesbica Krom, il demone del titolo, lo smarrimento di Sonchai e del suo karma di fronte ad una realtà assurdamente enorme ed incombente e, soprattutto, di fronte alla soluzione dell'enigma circa l'identità di suo padre, il militare americano di cui ha sempre saputo poco o niente. La trama, le sottotrame, le geometrie che legano l'una alle altre, sono come sempre impeccabili e molto ben gestite dal polso dell'autore, ma il vero centro d'interesse, così come in altri suoi libri era lo studio della mentalità orientale a beneficio del lettore farang (che in questo libro rimane nettamente nell'ombra), è in questo caso l'analisi tra il filosofico e l'antropologico del presentarsi sulla scena mondiale di una nuova realtà (non si può definirla solamente "tecnologia") come quella dei trans-umani. I nuovi dei. Il ritorno del messia. Gli asset, i cosiddetti umani potenziati, fanno ancora parte del genere umano o sono altro, divinità appunto? Quale sarà la relazione tra le due categorie: saranno i transumani agli ordini degli umani (magari anzi, quasi sicuramente, per soggiogare altri umani) o prenderanno il controllo del potere? Cosa provano? Sono, e saranno - sapranno essere - equilibrati e saldi nelle loro missioni, o l'enormità dei loro poteri, la (apparente) perfezione della loro tecnologia li porterà a divenire una minaccia per il mondo e per sè stessi? Le domande, queste ed altre, sono il vero fulcro d'interesse del romanzo e, più che porsele Sonchai Jitpleecheep, Burdett le pone direttamente al lettore (L), sempre con la sua tecnica (onestamente un filo stucchevole) con la quale gli si rivolge direttamente (es: "L, tu sei cresciuto insieme a tuo padre? / Ora L, non posso certo affermare che..." ecc)
  Il mondo disegnato dall'autore è catastroficamente simile al nostro, e il futuro che si appresta all'orizzonte è quello che vediamo avvicinarsi sempre di più al nostro presente, fino a fagocitarlo, le paure e le teorie complottistiche che ne scaturiscono spesso rimagono tali e vanno ad aumentare esponenzialmente il grado di paranoia nell'aria che respiriamo. Burdett prende spunto da queste teorie, ma non si sofferma sulla mostruosità di progetti inumani quali l'MKUltra, sulla domanda  principe in questi casi: come può un essere umano concepire simili mostruosità? Con una logica tutta orientale, si limita a prendere atto dell'esistenza della realtà, per quanto terribile ed apparentmente inverosimile, e l'analizza. La domanda principe, una volta preso atto delle cose come stanno, diventa quindi: come mi pongo io di fronte al mutamento delle cose, che posto occupo (decido di occupare, al netto delle considerazioni relative al mio karma) in un mondo di trans umani?
  Come sempre, i romanzi del ciclo di Jitpleecheep danno l'impressione di essere letteratura take-away, nutrite a base di trash ed effetti forti: sesso e sangue, in salsa esotica, ma ancora una volta l'abilità di Burdett sta nel costruire una storia con materiali poveri, adattandovi una narrazione apparentemente da "segretissimo" da edicola, per scavare però più a fondo. Al di là dei personaggi, ben riusciti ed ai quali, libro dopo libro, ci si affeziona, al di là dell'ambientazione esotica e degli effetti pulp sesso-sangue, i libri di Burdett sono una esplorazione di realtà che spesso ci sforziamo di tenere attentamente lontano dagli occhi: snuff movie, prostituzione infantile e non, commercio di organi ecc.

  A questo punto ci si aspetta che vengano pubblicati anche Bangkog8 e Bangkok tatoo, e ristampato L'uomo di Bangkok.

John Burdett è nato in Gran Bretagna e vive in Asia. Ex avvocato, ha scritto A Personal History of Thirst, The Last Six Million Seconds, Bangkok 8, un romanzo che ha venduto piú di centomila copie negli Stati Uniti ed è stato tradotto in 19 paesi, e Bangkok Tattoo. Bangkok uccide è apparso nelle classifiche americane dei romanzi piú venduti del 2007.

  Su 2666 sono apparse le recensioni di Bangkok Uccide, e Il padrino di Kathmandu

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