Sette interviste che vanno dal 2000 a pochi mesi prima della morte, nel 2003, per riviste o giornali di Santiago del Cile, Barcellona e Madrid, sette botta e risposta con Roberto Bolano, nel più puro stile Bolanano, vale a dire con quella ricercata sapienza nel dosare paradossi e stroncature, polemiche e benedizioni in cui l'autore cileno era maestro, lasciando cadere le sue frasi con la gentile noncuranza di qualcuno che sa che l'intervista è, in fondo, un genere letterario vero e proprio. Ritroviamo in queste interviste più o meno tutti i temi cari a Bolano, e il suo gusto per la contraddizione e l'autocontraddizione (apparente o effettiva), a volte addirittura praticata all'interno dello stesso periodo. Parla dell'infanzia in Cile, dei suoi genitori, delle loro liti e delle loro separazioni, fino a quella definitiva, del Messico, della scoperta della poesia, della bohème messicana (come suona strana, qui da noi, quest'espressione), il ritorno in Cile e il risveglio, un mattino, nel bel mezzo del colpo di stato, la volontà di unirsi, subito, immediatamente, alla resistenza, la tenera idiozia ed impreparazione di chi credeva di poter mettere in piedi qualcosa, qualsiasi cosa che si opponesse alla prevaricazione golpista. E poi l'arresto, scambiato per un pericoloso terrorista straniero, otto giorni di prigionia fino a quando non viene liberato grazie a due dei suoi carcerieri che si rivelano essere suoi ex compagni di liceo. La morte del poeta Roque Dalton, il suo assassinio vigliacco con un colpo (una bala, o un balazo a la cabeza) alla nuca, nel sonno, per mano di quegli stessi compagni che cercava di convincere a non infilarsi nella lotta armata, e che poco tempo dopo sarebbero scesi a patti con quello stesso potere che avevano combattuto. E da qui agli scrittori, a quelli cileni poco amati, Neruda, Isabel Allende, Luis Sepulveda, ai mostri sacri, Borges, il maestro, il canone della letteratura in lingua ispana, e poi Cortàzar, che incontra da ragazzo, per caso, mentre cammina con Carlos Fuentes (l'odiato Carlos Fuentes), e poi Parra, Nicanor Parra, l'antipoeta. E la generazione di giovani latinoamericani sacrificata, teneramente e stupidamente, nelle varie guerre civili del cono sur (le guerre fiorite). L'amico Mario Santiago, alcolizzato, che muore investito da un auto pirata il giorno dopo aver terminato di leggere le bozze de I detective selvaggi, Arturo Belano e Ulises Lima. I suoi libri, i suoi personaggi, la geografia della sua opera, la sua fidanzata in Cile, una ragazza con un carattere stupendo, che non smette di amare per tutta la vita perchè quando si è amato qualcuno non si smette mai di amarlo. E poi i suoi figli, specie Lautaro, le sue preoccupazioni di padre; e poi la salute, la malattia, il suo rapporto con la morte, col suo fegato malato, col tempo che scarseggia (l'intervista intitolata Non avrei mai pensato di diventare così vecchio, di Rodrigo Pinto, per El Mercurio, di Santiago del Cile, verte praticamente tutta attorno alla sua malattia, alla morte che incombe e a come Bolano viva questa condizione di vita "a scadenza", devo dire tutto quanto - quasi tutto, nell'intervista - di pessimo gusto). E poi il male, il male nei suoi libri, in letteratura, e il male come tema principale dell'esistenza. Qui mi piace riportare una citazione tratta dall'intervista Mai confidare nella memoria collettiva, a pag30, di Dunia Gras Miravet, per la rivista Cuadernos Hispanoamericanos:
"... La capacità che ha il male assoluto di sovvertire un ordine dato, è enorme. Io, in alcune occasioni sono stato vicino a qualcosa che, vagamente, potremmo chiamare male assoluto, che non lo era, e l'influsso del male, la deformità del male, emanano una sensazione strana, come appiccicosa, ma non esattamente. "
Ecco, in questa pensiero, c'è tutto Bolano: il richiamo all'elemento autobiografico che, però, riporta al tema generale anzi, universale, in questo caso quello del male assoluto, e la sua eleganza espositiva articolata in apparenti contraddittori interni o, per essere più precisi, in quel suo sezionare le sensazioni fino al punto estremo (così tipico del suo stile: un marchio di fabbrica) di proporre un'affermazione per poi subito dopo modificarla, o moderarla (quei suoi "ma" così densi), come quando indica qualcosa che potremmo chiamare male assoluto, ma non lo era, o al termine della risposta quando descrive la sensazione che si avverte in presenza del male, una sensazione strana, come appiccicosa, ma non esattamente.
Per tutti gli appassionati di Bolano, assieme al volume della Sur, L'ultima conversazione, è un libro imperdibile, per il semplice gusto di, leggendolo, riassaporare la voce dell'autore di 2666, anche se poi la sua voce magari non tutti la conoscono e ognuno se la immagina come più gli garba. Per tutti gli altri che non hanno ancora avuto la fortuna di conoscere Bolano, questo è un libro interessante per introdursi furtivamente nel suo mondo. Per poi non uscirne più.
Un'avvertenza: il libro è di dimensioni davvero ridotte (è pure complicato trovarlo, in libreria, negli scaffali), ed è scritto in caratteri piuttosto piccoli, consta di 16 pagine di introduzione (a cura di Gabriele Morelli), soprattutto per i neofiti del culto Bolanano, e di 73 pagine in tutto. Costa 9 euro.
Comunque ne vale la pena.
Roberto Bolano è nato a Santiago del Cile 28 Aprile 1953, ed è morto a
Barcellona il 14 Luglio 2003. Semplicemente è Bolano, L'ultimo classico,
un Borges elettrico, il cantore del caos e dell'esilio, degli intrecci
sospesi, del destino in mano al caso. Se avesse un senso questo
aggettivo in letteratura, direi semplicemente: il migliore.
Chi volesse approfondire e documentarsi su tutti gli aspetti legati a quest'autore può andare ArchvioBolano. E' il sito più completo (e complesso) che si possa trovare.
Di Bolano in questo blog sono stati finora recensiti: I dispiaceri del vero poliziotto, Il terzo reich, La pista di ghiaccio, e Monsieur Pain
"E di colpo percepisce in quella dichiarazione una minaccia. Qualcosa che si avvicina dalla parte del mare. Qualcosa che avanza trascinato dalle nubi scure che attraversano invisibili la baia di Acapulco."
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)
lunedì 21 ottobre 2013
Bolano, La prossima battaglia, Interviste con Roberto Bolano, Medusa editore, autori vari
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Proprio in questi giorni ho letto L'ultima conversazione edita da SUR, e alcune interviste contenute nel libro non le conoscevo o le avevo lette in versioni parziali.
RispondiEliminaTenterò di recuperare anche La prossima battaglia, perché leggere le interviste di Bolano è non solo un modo interessante per scoprire l'uomo dietro alla macchina da scrivere, ma anche e soprattutto una spinta a guardare la sua opera da nuove angolazioni o prospettive che ancora non avevo considerato.