"E di colpo percepisce in quella dichiarazione una minaccia. Qualcosa che si avvicina dalla parte del mare. Qualcosa che avanza trascinato dalle nubi scure che attraversano invisibili la baia di Acapulco."
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)

venerdì 25 febbraio 2011

Come la madonna arrivò sulla Luna, di Rolf Bauerdick, Feltrinelli

Il primo paragone che può passare per la testa è quello coi film (uno a caso) di Emir Kusturica, ma può essere un paragone che solo in parte sta in piedi. Per un motivo particolare, e per diversi altri più in generale. Quella narrata dall'autore, l'esordiente Rolf Bauerdick, non è un'epopea rom, e neppure una storia rom, o gitana o tzigana, è una storia dove agiscono anche dei rom, uno in particolare, l'indimenticabile Dimitru, un'altra quasi sopra tutti, la bella Buba, ma si tratta di una storia a tutto tondo, narrata dagli occhi dei suoi personaggi e, precisamente, dalla voce di Pavel, ormai vecchio, che si rivelerà essere stato solo uno dei protagonisti della vicenda. In effetti, pur essendo raccontata da una sola voce, ci troviamo di fronte ad un romanzo corale nel senso più pieno ed intimo del termine. Gli accadimenti vengono vissuti, visti e riletti a posteriori secondo gli occhi di chi li ha vissuti, secondo la sua cultura e secondo lo spirito del tempo in cui i fatti si sono svolti. E in effetti uno dei pregi del romanzo è che si tratta di una storia inserita magistralmente nella "Storia" che non si limita a farne da sfondo, ma che ne assurge a coprotagonista. Tutto ha inizio con la notiza che i russi hanno spedito in orbita una cagnetta, la famosa Laika, e con l'impatto che questa novità ha nel villaggio di Baja Luna, Transmontania (Romania) e sui suoi bislacchi abitanti. In particolare su due di loro, Ilja e il nero (zingaro) Dimitru. Da qui in avanti la storia si apre in due filoni, quello folle dei due amici e dei loro filosofeggiamenti sulla Luna e su Maria madre di Gesù (assunta in cielo con il suo corpo, secondo il papa), e quella dei sinistri avvenimenti che prendono a susseguirsi in paese (la scomparsa della maestra, la morte del parroco e della perpetua, e via discorrendo). Le due linee narrative riescono a rimanere - miracolosamente - saldamente intrecciate e porteranno il lettore in giro per il piccolo centro montano e poi nella città vicina (la Parigi dell'Est) dove, si scoprirà, ha radici il male, non solo quello legato alla nostra storia, ma anche a quella ben più ampia e tragica, la Storia. Il Comunismo, quello sovietico e poi quello nazionalista rumeno, e le sue follie e i suoi orrori, è compagno di viaggio in questa cavalcata che a volte è selvaggia e a volte ha il ritmo tristeggiante dei blues, e i suoi protagonisti storici, il Conducator in primis.
E' un libro divertente, abitato da personaggi assolutamente eccezionali, ognuno a suo modo pervaso da una vena di follia, ora dolce, ora mesta, ora romantica, ora spirituale, ora vitale. I suoi protagonisti non sono perfetti, sono esseri umani che si trovano disarmati (quasi) di fronte al passaggio onnipotente e mostruoso della storia, ognuno di loro ha delle colpe dentro di sè o le accumula strada facendo, si sporca vivendo e, poco alla volta, viene invischiato nella grigia rete appassita che il Regime cala su ogni aspetto della realtà, e solo a tratti riesce a riprendere possesso di sè stesso e del proprio destino e a dare qualche strattone cercando di ribaltare il senso assurdo del reale per cercare la verità. Si parla del male, in questo romanzo, che è il potere stesso e di tutto ciò che il potere usa per rinvigorire prima (sesso), e poi sopravvivere a sè stesso (ricatto). Gli stessi protagonisti negativi paiono essere vittime essi stessi del potere, come involucri vuoti abitati da qualche essere maligno, ma non per questo sono degni commiserazione. Perchè il potere forse logora chi ce l'ha, ma per averlo bisogna essere scesi prima a patti con qualcosa o con qualcuno per otterlo.
 Ci troviamo di fronte ad una sorta di Cent'anni di solitudine compresso nell'arco temporale dell'esperienza comunista in Romania, un Cent'anni di solitudine europeo che ancora non avevamo e che, ora che lo abbiamo sotto i nostri occhi, solo ora, ci accorgiamo che ci mancava che può mancare un rene, o braccio o, più in generale, un pezzo di noi stessi.
E' un romanzo magnifico.


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  Non mi risulta che il romanzo sia già stato tradotto in spangolo, spero lo sia quanto prima. Quando ne avrò notizia, lo posterò.

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copertina
Come la Madonna arrivò sulla Luna , I Narratori, € 19,00
Transmontania. 5 novembre 1957. Il mondo sta con il naso all'insù, la cagnetta Laika è il primo essere vivente a sfidare la legge di gravità e i russi celebrano la loro temporanea vittoria nella gara per la conquista dello spazio. Ma a Baia Luna, nel cuore dei Carpazi, altri inquietanti fatti accendono gli animi… Rolf Bauerdick, giornalista, esperto di cultura rom, porta il lettore in un mondo bizzarro e multietnico, fatto di zingari veggenti e zingarelle impertinenti, sassoni baldanzosi e algidi funzionari di partito, miti di paese e tragedie nazionali.

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