"E di colpo percepisce in quella dichiarazione una minaccia. Qualcosa che si avvicina dalla parte del mare. Qualcosa che avanza trascinato dalle nubi scure che attraversano invisibili la baia di Acapulco."
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)

venerdì 17 aprile 2015

Quando siete felici, fateci caso, di Kurt Vonnegut, Minimum Fax editore

  Se non avete mai letto nulla di Vonnegut, se non avete avuto questa fortuna, fatevi un regalo, e correte a leggerlo. Questo "Quando siete felici, fateci caso" (titolo originale: If this isn't nice, what is?) raccoglie nove discorsi che vanno dal 1978 al 2004 (Vonnegut morirà tre anni dopo, l'11 Aprile del 2007) e, come ogni testo uscito dalla penna dello scrittore di Indianapolis, fosse pure lo scontrino della spesa, è una buona notizia per la letteratura in generale e per l'equilibrio mentale di noi lettori in particolare. Una nota per chi non lo conoscesse: non fatevi ingannare dal titolo, non è un manuale di auto aiuto nè nulla di simile, neppure lontanamente. E' letteratura, alta letteratura, tra la migliore che il novecento americano abbia prodotto, e comunque leggere Vonnegut è un'esperienza salutare per chiunque. Kurt Vonnegut è stato uno scrittore "irregolare", tra i più "irregolari" che si possano ricordare, a partire dalla sua formazione di stampo scentifico (come Pynchon ad esempio, per rimanere nell'ambito dei grandissimi, ma a differenza del genio di Glen Cove non è possibile collocarlo totalmente nell'ambito letterario del postmoderno, così come d'altronde non è etichettabile neppure come semplice scrittore di fantascienza): capace di una prosa semplice e soprattutto diretta e dotato di una fantasia pressochè illimitata (oltre alla sua produzione vanno considerate le trame che di volta in volta addebita a Kilgore Trout, lo scrittore - alter ego che spesso compare nei suoi libri) che lo ha portato a sfruttare il contenitore della science-fiction come personale campo di giochi per parlare dell'essere umano e dei suoi limiti, della vita e del terrore che essa incute a chiunque abbia la sventura di provarla sulla propria pelle. Grazie ad un eccellente e spiazzante senso dello humor non scade mai nel pessimismo più o meno "cosmico" di altri autori, ma riesce a riportare il passaggio degli esseri umani sul pianeta Terra in tutta la sua traballante, e a volte comica, incertezza. I protagonisti di Vonnegut, che siano umani o para-umani, sono sempre esseri impacciati persi nei loro balbettii alla ricerca di qualcosa che nella sua stessa tragicità svela la propria imbarazzante banalità. Lo sguardo di Vonnegut non è quello di un antropologo su Marte (parlo di antropologia non a caso, dal momento che l'autore ha frequentato la facoltà di Antropolgia, a Chicago, e questo tipo particolare di sguardo lo si sente in tutta la sua produzione), bensì quello di un antropologo da marte: il suo è lo sguardo di Dio verso le sue creature, uno sguardo sconsolato ma in fondo benevolo. I nove discorsi di questa raccolta riportano chiaramente tutti i pilastri del Vonnegut uomo e scrittore: il suo essere umanista (io in certi casi lo definirei "amabilmente anarchico", ma lui non si definisce mai così), i suoi figli, Indianapolis e le scuole che lì ha frequentato, i professori che lo hanno formato, Gesù (inteso non come Dio, essendo Vonnegut un tabagista ateo, ma come uomo dotato di buon senso, capace di dare all'umanità uno dei pochi discorsi degni di essere ascoltato, il Discorso della montagna), l'America e il tradimento dei suoi valori, l'importanza di una comunità in cui riconoscersi e di una famiglia allargata nella quale crescere, trovare e fornire protezione, Mark Twain, la seconda guerra mondiale (nella quale ha combattuto) e il bombardamento di Dresda (al riguardo, leggetevi Mattatoio n.5 o la crociata dei bambini, il suo capolavoro), i suoi zii e i loro consigli, tra cui, appunto: se siete felici fateci caso, si trattasse anche solo di una limonata fresca o del suono di un pianoforte suonato dal vicino di casa. Fosse anche solo la sensazione del calore sulla pelle lasciata dai primi raggi di sole della primavera, Kurt Vonnegut, anzi suo zio, ci prega di rendercene conto.
Qualche esempio di cosa sia il Vonnegut (life) style:

  Il vero terrore è svegliarsi una mattina e scoprire che i tuoi compagni delle superiori stanno governando il paese.

  Chi crede nella telecinesi, mi faccia alzare la mano.

  Un'altra pecca nell'indole degli esseri umani è che tutti vogliono costruire e nessuno vuole fare manutenzione.

 Care generazioni future: vi prego di accettare le nostre scuse. Eravamo ubriachi fradici di petrolio.

  La vita è un pessimo trattamento da infliggere ad un animale

  Non c'è motivo per cui il bene non possa trionfare, se solo gli angeli si dessero un'organizzazione ispirata a quella della mafia.

  Siamo qui sulla terra per andare in giro a cazzeggiare. Non date retta a chi dice altrimenti.

  Se non avete mai letto Vonnegut, questo sarà il primo libro di una lunga serie. Se già l'avete letto, allora siete dei cultori e questa chicca non potrà farvi altro che piacere. Se siete felici, fateci caso è un tassello perfettamente complementare a Un uomo senza patria, del 2006, sempre per Minimum Fax, ma in un certo senso tutta la sua opera è un lungo ininterrotto coerente discorso sullo stato dell'umanità, dall'antimilitarismo alla necessità di "aiutarsi a vicenda a superare questa cosa, qualunque cosa sia".
  Sulla non etichettabilità di Vonnegut: troverete diverse pubblicazioni che lo vogliono collocare in qualche angusto ambito letterario: gli amanti della fantascienza lo vogliono scrittore di genere, i beatnick lo elessero a rappresentante della controcultura (fu un mito letterario nelle università americane), gli intenditori lo intendono come rappresentante del post moderno... chiunque ha letto Vonnegut ha cercato di portarlo nella propria squadra, ma Vonnegut, a Dio piacendo, è Vonnegut "un vagabondo spaziale di nome Kurt.

  Se posso permettermi un consiglio: leggete Cronosisma. E se l'avete già letto, rileggetelo.


Kurt Vonnegut nasce ad Indianapolis, nello stato dell'Indiana (USA) l'11 novembre del 1922. Scrittore di culto statunitense, appartenente al genere fantascientifico, negli anni 2000 la sua opera ha ricevuto una nobilitazione stilistica importante, che ha reso giustizia al suo profilo di scrittore.
Oltre che afferenti al fantastico, le sue opere sono intrise di sfumature politiche e sociali, talvolta permeate di humour nero, e in grado di fuoriuscire da qualsiasi classificazione di genere, oltre modo limitante.
Per molti critici, Vonnegut è considerato importante soprattutto per le implicazioni di carattere morale di cui è sovente pregna la sua letteratura, soprattutto per quanto riguarda quello che è considerato il suo capolavoro, secondo molti uno dei più bei romanzi mai scritti contro la guerra, "Mattatoio N.5", pubblicato nel 1969.

 

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