A volte i misteri si nascondono nelle cose apparentemente più banali. E in questo caso c'è da domandarsi come sia possibile che dei gialli per lo più classici, affrontati da una coppia di poliziotti come è doveroso che accada in un qualsiasi giallo (un giallo classico appunto) seguendo la classica dicotomia uomo-donna, com'è possibile che dei libri che ad una prima occhiata sono quanto di più normale ci si può aspettare, poi alla lettura diventino tutt'altro? Lo stile, ad esempio, in questo caso, nel caso specifico della Bartlett, non è nulla di strordinario, all'apparenza, certo non sembra uscito da una qualche scuola di scrittura creativa, usa una abbastanza classica prima persona singolare, non si perde in barocchismi o neobarocchismi o sperimentalismi vari, non usa strutture particolari, niente flash back, l'autrice se ne sta ben nascosta dietro i suoi personaggi e non si rivolge mai direttamente all'autore, quando i personaggi parlano tra loro lo fanno con un banale virgolettato. Non c'è niente, all'apparenza, che possa spiegare come sia possibile che i libri della Bartlett ci strattonino già dalle prime righe e poi ci portino via con loro fino all'ultima pagina, senza darci modo di decidere i ritmi e le pause, gli stacchi, niente, neppure di riprendere fiato. Si apre il libro, e quello prende il sopravvento. Quando poi si chiude l'ultima pagina, allora si scende dall'ottovolante e ci si ritrova a dispiacersi al pensiero che il prossimo libro, ora, chissà tra quanto esce. Finora non ho fatto riferimento a questo libro in particolare, Gli onori di casa, perchè i libri della Bartlett della serie dedicati a Petra Delicado li ho letti tutti e posso assicurare che mi hanno fatto tutti la stessa impressione o, per meglio dire, la stessa malìa. Pedra Delicado era un avvocato che poi decide di entrare nella Policia Nacional per amore delle costruzioni teoriche e deduttive perfette che sono necessarie per risolvere i casi, pensava lei, diciamo quindi per una sorta di passione per i giochi intellettuali. Ma si rende presto conto di essersi sbagliata di grosso. I casi si risolvono consumandosi le scarpe a furia di camminare da un lato all'altro della città, Barcellona, e interrogando i sospettati, più e più volte e poi, alla fine, spesso quando si riesce a giungere alla conclusione corretta, ci si arriva o per caso, o per un errore del colpevole o per una semplice e banale intuizione. Il suo vice si chiama Fermìn, un popolano come ama definirsi lui, che si fionda in ogni bar a portata di mano in preda ad attacchi omerici di fame e di sete. C'è da dire una cosa ad onore dell'autrice: i suoi protagonisti non sono travagliati da passati tragici ed ingombranti o misteriosi e osceni, non hanno una doppipa vita oscura e peccaminosa, sono persone normali. Hanno una vita famigliare (Petra Delicado è al suo terzo marito e Fermìn alla seconda moglie), hanno figli propri o acquisiti, già adulti o ancora bambini, cadono in tentazione e a volte vi cedono, hanno dei caratteri ben precisi e assolutamente non immuni da difetti, al contrario, ma non sono, nè l'uno nè l'altra, portatori di particolari filosofie di vita (che non siano il mangiare tanto e bene di Fermìn), di visioni della realtà, credo politici o religiosi: sono persone normali, con i loro dubbi (molti, specie Pedra, anche se il suo carattere forte tende a mascherarli) e le loro poche ma granitiche certezze. Dopo qualche pagina hai l'impressione di averli già conosciuti da qualche parte e quando arrivi alla fine del libro avresti voluto conoscerli davvero. Poi c'è l'ambientazione, Barcellona, nulla di più commerciale, editorialmente parlando, eppure è una Barcellona che non ha nulla a che vedere con quella di Montalbàn o di Gonzalez Ledesma: è contemporanea, moderna, pare assistere allo svolgersi dei fatti mentre è indaffarata in mille altre faccende. La Barcellona di Ledesma è soprattutto una Barcellona prima idealizzata e poi riportata alla luce attraverso gli occhi di Mendez, siamo nel presente, ma la vediamo com'era (o come Mendez la ricorda) nel passato: una città oscura e romantica, piena di battone dal cuore d'oro, pensionati ammuffiti e nostaligici franchisti o, al contrario anarchici, orfani traviati, pervertiti non privi di una loro poesia e cani di strada che si spulciano al ritmo del riflusso delle onde in lontananza. La Barcellona della Bartlett è quella che può conoscere chiunque salga su un aereo domani - destinazione El Pratt o Girona - e vi trascorra una settimana. In questa indagine, però, lo scenario cambia e i due si troveranno a lavorare anche in Italia, a Roma, seguendo le piste che portano ad un sicario pazzo che cinque anni prima ha fatto fuori un imprenditore del tessile catalano. Parte tutto da un cold case, l'apparente omicidio dell'imprenditore di cui sopra da parte del pappone-fidanzato di una giovane prostituta con la quale il vecchio industriale stava consumando un rapporto. Ma, ovviamente le cose non sono mai quelle che sembrano, e alla fine, passando per oscuri intrecci con la malavita organizzata italiana, si giunge ad un finale di tutt'altro tipo (o livello o lignaggio). Non potendo dire molto di più circa la storia per ovvi motivi, mi limito a consigliarlo spassionatamente, questo libro, e mi spingo fino a consigliare di leggere anche gli altri libri della serie, sempre pubblicati da Sellerio. Il perchè non lo so, ma sono veramente appassionanti.
Alicia Gimenez-Bartlett è nata ad Almansa nel
1951 e vive dal 1975 a Barcellona. Laureata in Letteratura e Filologia
Moderna, ha insegnato per tredici anni letteratura spagnola e, dopo il
successo dei suoi romanzi, ha deciso di dedicarsi completamente alla
scrittura. Prima di ottenere infatti un enorme successo in patria con i
romanzi Ritos de muerte e Dias de Perros la Bartlett ha pubblicato
diversi libri: con Una abitacion ajena, che racconta il difficile
rapporto tra Virginia Woolf e la sua cameriera, ha vinto nel 1997 il
premio Feminino Lumen per la miglior scrittrice spagnola. Si è poi
dedicata alla serie con protagonista l’ispettrice Petra Delicado, che
l’ha consacrata in Spagna come una delle più seguite e amate gialliste. In
Italia è considerata una Camilleri spagnola per la vivacità della scrittura e
l’originalità delle storie.
"E di colpo percepisce in quella dichiarazione una minaccia. Qualcosa che si avvicina dalla parte del mare. Qualcosa che avanza trascinato dalle nubi scure che attraversano invisibili la baia di Acapulco."
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)
Roberto Bolano, (da Ultimi crepuscoli sulla terra; Puttane assassine)
mercoledì 23 gennaio 2013
Gli onori di casa, di Alicia Giménez Bartlett, Sellerio editore
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